In Italia le persone non binarie continuano a vivere ai margini del riconoscimento, invisibili sia socialmente che giuridicamente. Oggi, in occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Non Binaria, questa assenza pesa ancora di più.
Lo Stato non le nomina, non le tutela, non le riconosce. Non esiste alcuna possibilità di indicare un genere non binario nei documenti, non esiste un riconoscimento legale. Solo sentenze isolate e soluzioni individuali, mai una legge nazionale.
La legge 164/82 – nata per garantire i diritti delle persone trans – esclude ogni identità che non rientri nella logica binaria uomo/donna. Una legge che ha fatto storia, ma che mostra ancora i suoi limiti.
Rendere visibile chi è sistematicamente ignorato non è una concessione: è una responsabilità politica. Significa riconoscere soggettività che esistono, resistono e chiedono spazi di autodeterminazione, dignità e cura.
Le persone non binarie vengono oscurate persino dentro la stessa comunità LGBTQIA+, cancellate dalle narrazioni, relegate ai margini anche nelle lotte. Ma ciò che non si vede, non smette di esistere.
E la visibilità non può essere solo una bandiera. Deve essere una richiesta urgente di leggi inclusive, riconoscimento nei documenti e diritti pieni. Perché chi vive fuori dal binario imposto esiste ed è parte della nostra storia, della nostra realtà e del nostro futuro.