Il calendario segna oggi “Festa del lavoro”. Ma per chi vive nella discriminazione, precarietà ed esclusione, il Primo Maggio è tutt’altro che una festa.
In Italia, ogni anno centinaia di persone muoiono sul posto di lavoro.
Come possiamo festeggiare, quando il lavoro è sempre più precario, malpagato, senza tutele, e spesso negato proprio a chi è più marginalizzatə?
Quando, nel 2025, il lavoro è ancora un privilegio e non un diritto garantito a tutt3?
E lo è ancora di più per le persone LGBTQIA+, che troppo spesso subiscono discriminazioni, pressioni a nascondere la propria identità, aggressioni quotidiane. Essere sé stess3 sul lavoro, per molt3, non è ancora possibile.
E per molt3 altr3, anche solo entrare nel mondo del lavoro rimane una corsa a ostacoli.
E allora, in una giornata che dovrebbe parlare di diritti, lotte e dignità, non possiamo ignorare tutto questo: il Primo Maggio non potrà essere una festa, finché il lavoro resterà un privilegio per alcun3 e un rischio per altr3.
Ricordiamolo oggi. Pretendiamolo ogni giorno.