È stata pubblicata oggi l’ultima edizione della Rainbow Map di ILGA-Europe, che posiziona l’Italia al 35esimo posto su 49 tra Paesi europei e dell’Asia Centrale.
La mappa misura il grado di rispetto dei diritti umani per le persone LGBTQIA+ in ciascun Paese: se il 100% rappresenta la piena uguaglianza, l’Italia si ferma appena al 24%, scivolando di un punto rispetto all’anno scorso e avvicinandosi pericolosamente all’Ungheria di Orban, che registra il 23%. Malta risulta essere lo Stato più virtuoso, mentre fanalini di coda sono Azerbaijan e Russia, con solo 2%.
È un dato allarmante, che denuncia un arretramento grave e costante dei diritti nel nostro Paese. Il punteggio così basso riflette la mancanza di tutele in settori chiave come il riconoscimento legale delle persone trans*, l’assenza di leggi contro i crimini d’odio, la disparità nei diritti familiari per le coppie omogenitoriali, la mancanza di protezioni per le persone intersex.
A ciò si aggiunge un linguaggio politico sempre più ostile e una narrativa istituzionale che alimenta paura e stigma, anziché promuovere un’inclusione concreta e necessaria.
“Mentre altri Paesi avanzano nella tutela dei diritti umani, l’Italia arretra, alimentando un clima tossico fatto di censura, discriminazione e violenza. È il momento di reagire e di scendere in piazza. Iniziamo a farlo il 17 e il 18 Maggio per le strade di Roma per chiedere leggi giuste e un reale impegno politico contro l’omolesbobitransfobia e proseguiremo fino al 14 Giugno con il Roma Pride”, commenta Mario Colamarino, Presidente del C.C.O “Mario Mieli”.