TRUMP PROVA A CANCELLARE LA NOSTRA STORIA: PRIMA LA T E LA Q, ORA LA B… E POI?
L’amministrazione Trump tenta, ancora una volta, di riscrivere la memoria collettiva della nostra comunità. Dopo aver eliminato a febbraio ogni riferimento alle persone trans e queer dal sito del Monumento Nazionale di Stonewall, ora ha cancellato anche le persone bisessuali.
Il memoriale, oggi, è dedicato solo a “gay e lesbiche”.
È l’ennesimo tassello di una strategia di revisionismo sistemico che punta a epurare la storia LGBTQIA+ da tutto ciò che è fluido, non conforme, non addomesticabile.
Cancellare la B significa manipolare il racconto delle nostre origini per renderlo più accettabile al pensiero ciseteropatriarcale. Significa far sparire le identità che non rientrano nei binari comodi dell’eterosessualità e del binarismo di genere. Significa ridurre la complessità delle soggettività che hanno animato le rivolte di Stonewall, che furono trans, queer, bi, razzializzat3, pover3, migranti.
Stiamo assistendo a un disegno preciso, che punta a normalizzare la cancellazione delle soggettività scomode, a narrare una storia ripulita e conforme. Ma la nostra storia non è mai stata conforme. Stonewall fu una rivolta. Fu disobbedienza, rabbia, resistenza.
Partendo dalle identità più marginalizzate, meno “digeribili” per l’ideologia dominante, si agisce nel silenzio, rimuovendo pezzo dopo pezzo ogni traccia della loro esistenza e della loro storia: prima la Q e la T. Ora la B.
Ma non è solo una questione di simboli. Raccontare la storia in modo corretto significa riconoscere chi siamo, da dove veniamo e quali lotte ci hanno portat3 fin qui. La memoria è fondamentale per la costruzione dell’identità individuale e collettiva, sia a livello personale che culturale. Stravolgerla per renderla più comoda non ci permette né di ricordare né di imparare.
Ma Stonewall era trans. Era queer. Era bi. Era contro un sistema profondamente oppressivo. E lo sarà sempre, perché le amministrazioni passano, ma la memoria collettiva rimane.
