La bisessualità non è confusione.
La vera confusione è di chi non riesce – o non vuole – andare oltre il binarismo di genere, di chi continua a leggere il mondo solo come etero o omo, bianco o nero, maschio o femmina, buon3 o cattiv3.
Sappiamo che la realtà non è così semplice. La bisessualità esiste e si afferma ogni giorno nelle nostre vite e nei nostri corpi. Eppure continua a essere invisibilizzata, ridotta a “fase” e accusata di indecisione. Viene trattata come meno valida persino dentro la nostra stessa comunità.
La bisessualità è difficile da accettare perché mette in discussione il sistema stesso: rompe le categorie rigide che servono al controllo sociale, scardina gli schemi che impongono una lettura lineare e semplificata di ciò che siamo. Accettarla significa ammettere che esiste libertà, fluidità, possibilità di vivere l’identità e i desideri fuori da confini prestabiliti.
Continueremo a dirlo: non siamo confus3, non siamo indecis3, non siamo “a metà”; ed esistiamo nonostante l’oblio a cui vorrebbe relegarci chi misura la legittimità dell’identità su parametri binari.